
Munich
Cressida Ascoltato durante la pubblicazione
Mi sento un po' come Munich. (Sono malato di prog rock e probabilmente questa canzone la conosciamo solo io ed un paio di uomini inglesi in sovrappeso e calvi che ne parlano al pub tra una birra e l'altra)
Spesso ho paura di perdermi nel miei pensieri, ogni tanto mi sembra quasi di perdere il contatto con la realtà dei fatti: vivo di ideologie e personali utopie, ma poi quando mi scontro con la realtà non faccio altro che rendermi conto del fatto che le mie sono solo rimuginazioni su qualcosa che veramente non esiste.
Questo accade con tutto, le mie visioni politiche, il mio apsetto fisico, la mia visione dell'amore o i miei amici, ho continuamente aspettative che vengono deluse, non perché io sia pretenzioso, ma perché mi piacerebbe che le cose fossero sempre giuste e coerenti.
"I know 'cause i've been there", non mi reputo ingenuo, so che le cose non possano andare sempre come me le aspetto e spesso lo accetto, ma essere continuamente circondati da opportunismo sfrenato e ingiustizie fatte passare per avvenimenti normali o necessari è così tedioso: ogni tanto basterebbe semplicemente ammettere di aver fatto la cosa sbagliata ed essere sinceri, tutti facciamo cose sbagliate, è purtroppo la norma, perciò veramente non vedo cosa ci sia di male nell'ammetterlo.
Spesso ho paura di perdermi nel miei pensieri, ogni tanto mi sembra quasi di perdere il contatto con la realtà dei fatti: vivo di ideologie e personali utopie, ma poi quando mi scontro con la realtà non faccio altro che rendermi conto del fatto che le mie sono solo rimuginazioni su qualcosa che veramente non esiste.
Questo accade con tutto, le mie visioni politiche, il mio apsetto fisico, la mia visione dell'amore o i miei amici, ho continuamente aspettative che vengono deluse, non perché io sia pretenzioso, ma perché mi piacerebbe che le cose fossero sempre giuste e coerenti.
"I know 'cause i've been there", non mi reputo ingenuo, so che le cose non possano andare sempre come me le aspetto e spesso lo accetto, ma essere continuamente circondati da opportunismo sfrenato e ingiustizie fatte passare per avvenimenti normali o necessari è così tedioso: ogni tanto basterebbe semplicemente ammettere di aver fatto la cosa sbagliata ed essere sinceri, tutti facciamo cose sbagliate, è purtroppo la norma, perciò veramente non vedo cosa ci sia di male nell'ammetterlo.

Just Another Nervous Wreck - Remastered 2010
Supertramp Ascoltato durante la pubblicazione
Non avendo nulla di meglio da fare, voglio parlare di questo film che mi sono recentemente recuperato. La canzone del post ha più o meno senso, ma ci arrivo più tardi.
Il ritorno dei morti viventi - Dan O’Bannon (1985)
Dunque, inizio col dire che questo film, a differenza di molti altri dello stesso genere, mi ha colpito: qui gli zombie non sono le solite entità mostruose fini a loro stesse, ma ho trovato che essi fossero sia un mezzo che una metafora.
Gli zombie di O'Bannon rappresentano secondo me la popolazione mondiale: un branco di entità addormentate, che però ad una certa si svegliano e si ribellano contro l'oppressione delle istituzioni, come in questo caso l'esercito. Questi mostri (che poi tanto mostri nemmeno lo sono) hanno facoltà mentali: essi hanno coscienza di ciò che sta accadendo, parlano e ragionano come gli esseri umani, ma a differenza di essi hanno la volontà di ribellarsi in modo concreto, non come il gruppo di ragazzi "punk" che pensano di essere ribelli, ma che nella realtà dei fatti non sono altro che ridicoli.
Insomma, in questo film gli zombie rappresentano il bene, rappresentano il risveglio degli umani e la rispettiva rivalsa sociale: per quanto le istituzioni possano cercare di fermarli, esse non faranno altro che alimentare la loro foga, anche se l'esercito getterà su di loro una bomba, gli zombie continueranno a svegliarsi e ribellarsi.
L'umanità secondo O'Bannon non è perciò perduta, ma ha solo bisogno di un accendino che accenda la miccia conducente ad una rivoluzione senza pietà fino al raggiungimento di una vera e propria società democratica: dove è il popolo ad avere il potere, non l'esercito.
Ora voglio invece dedicare parte di questo hint alla mia scelta della canzone Just Another Nervous Wreck dei Supertramp, il collegamento è in realtà molto semplice: la canzone tratta l'idea di vendetta e di riscatto da coloro che continuamente sfruttano e opprimono, il riscatto deve essere collettivo, come gli zombie, che in gruppo riescono ad ottenere potere. Viene ripetuto molte volte, nel finale, il verso "We're ready", che rappresenta dunque la prontezza del popolo (unito) a fare una rivoluzione costi quel che costi.

Dunque, inizio col dire che questo film, a differenza di molti altri dello stesso genere, mi ha colpito: qui gli zombie non sono le solite entità mostruose fini a loro stesse, ma ho trovato che essi fossero sia un mezzo che una metafora.
Gli zombie di O'Bannon rappresentano secondo me la popolazione mondiale: un branco di entità addormentate, che però ad una certa si svegliano e si ribellano contro l'oppressione delle istituzioni, come in questo caso l'esercito. Questi mostri (che poi tanto mostri nemmeno lo sono) hanno facoltà mentali: essi hanno coscienza di ciò che sta accadendo, parlano e ragionano come gli esseri umani, ma a differenza di essi hanno la volontà di ribellarsi in modo concreto, non come il gruppo di ragazzi "punk" che pensano di essere ribelli, ma che nella realtà dei fatti non sono altro che ridicoli.
Insomma, in questo film gli zombie rappresentano il bene, rappresentano il risveglio degli umani e la rispettiva rivalsa sociale: per quanto le istituzioni possano cercare di fermarli, esse non faranno altro che alimentare la loro foga, anche se l'esercito getterà su di loro una bomba, gli zombie continueranno a svegliarsi e ribellarsi.
L'umanità secondo O'Bannon non è perciò perduta, ma ha solo bisogno di un accendino che accenda la miccia conducente ad una rivoluzione senza pietà fino al raggiungimento di una vera e propria società democratica: dove è il popolo ad avere il potere, non l'esercito.
Ora voglio invece dedicare parte di questo hint alla mia scelta della canzone Just Another Nervous Wreck dei Supertramp, il collegamento è in realtà molto semplice: la canzone tratta l'idea di vendetta e di riscatto da coloro che continuamente sfruttano e opprimono, il riscatto deve essere collettivo, come gli zombie, che in gruppo riescono ad ottenere potere. Viene ripetuto molte volte, nel finale, il verso "We're ready", che rappresenta dunque la prontezza del popolo (unito) a fare una rivoluzione costi quel che costi.

Memory Lain, Hugh / Headloss
Caravan Ascoltato durante la pubblicazione
La bellezza
Io non saprei definirla, trovo del bello in tutto, ma non tutto è necessariamente bello.
Io per esempio non mi reputo bello, ma suppongo che qualcuno trovi in me qualcosa di perlomeno piacevole, altrimenti non avrei amici: perciò mi chiedo, fino a quale punto qualcosa può essere considerato bello?
Qualcosa è bello quando tutti i suoi aspetti sono belli, o qualcosa diventa bello quando gli aspetti positivi surclassano semplicemente quelli negativi? In più, l'estetica è evidentemente cruciale per la bellezza in quanto tale, prima di apprezzare qualcosa o qualcuno a pieno credo che esso debba piacerci in primo luogo esteticamente, sarei ipocrita a negarlo: se qualcosa o qualcuno non mi attrae esteticamente in primo luogo, dubito che avrò la voglia di interessarmici.
Per quanto un film possa avere un bel significato, se non mi piace cosa vedo è difficile che io riesca ad apprezzarlo, ma questo non succede per esempio con le persone: il lato estetico di una persona può secondo me essere superato dal carattere di quest'ultima.
Non so, forse sono solo parole al vento prive di un vero significato e la bellezza è qualcosa di indefinibile, potrebbe anche essere.
Io non saprei definirla, trovo del bello in tutto, ma non tutto è necessariamente bello.
Io per esempio non mi reputo bello, ma suppongo che qualcuno trovi in me qualcosa di perlomeno piacevole, altrimenti non avrei amici: perciò mi chiedo, fino a quale punto qualcosa può essere considerato bello?
Qualcosa è bello quando tutti i suoi aspetti sono belli, o qualcosa diventa bello quando gli aspetti positivi surclassano semplicemente quelli negativi? In più, l'estetica è evidentemente cruciale per la bellezza in quanto tale, prima di apprezzare qualcosa o qualcuno a pieno credo che esso debba piacerci in primo luogo esteticamente, sarei ipocrita a negarlo: se qualcosa o qualcuno non mi attrae esteticamente in primo luogo, dubito che avrò la voglia di interessarmici.
Per quanto un film possa avere un bel significato, se non mi piace cosa vedo è difficile che io riesca ad apprezzarlo, ma questo non succede per esempio con le persone: il lato estetico di una persona può secondo me essere superato dal carattere di quest'ultima.
Non so, forse sono solo parole al vento prive di un vero significato e la bellezza è qualcosa di indefinibile, potrebbe anche essere.

Stuck In A Hole
Caravan Ascoltato durante la pubblicazione
Mi sento così
La mia vita è sempre stata una progressiva rinuncia a tutto ciò che avrei potuto fare per migliorare come persona, non ho mai studiato a sufficienza, ho smesso di suonare la batteria, non ho mai viaggiato (anche perché i soldi per viaggiare non crescono nell'orto), non ho mai fatto sport ed ora mi ritrovo in quinta superiore con le esperienze di vita di un bambino delle elementari, mi sforzo di capire cosa sia giusto fare o come dovrei comportarmi, ma puntualmente non mi sento capito a mia volta: provo ad aprirmi con i miei amici, ma loro mi percepiscono come quello chill con cui farsi una canna e due risate, insomma, non vengo preso sul serio.
Forse sono fatto per rimanere "bloccato in una fossa", forse dovrei semplicemente coltivare il mio giardino riprendendo a suonare, incominciando a fare sport, trovando una mia quadra e occupando il mio tempo in modo efficiente in modo da non aver più tempo libero per pensare alla mia condizione.
Non voglio essere come i miei compagni di classe, non voglio dedicare la mia vita allo studio di cose che non mi importano e sfogarmi il sabato in discoteca, lo trovo ridicolo. Voglio avere una vita soddisfacente, ma non riuscirò a raggiungere tale obbiettivo se non mi do una mossa, devo trovare la voglia di migliorarmi ed il coraggio di ammettere a me stesso che attualmente non sono tanto meglio di coloro che affrontano la vita con leggerezza, che io tanto disprezzo
La mia vita è sempre stata una progressiva rinuncia a tutto ciò che avrei potuto fare per migliorare come persona, non ho mai studiato a sufficienza, ho smesso di suonare la batteria, non ho mai viaggiato (anche perché i soldi per viaggiare non crescono nell'orto), non ho mai fatto sport ed ora mi ritrovo in quinta superiore con le esperienze di vita di un bambino delle elementari, mi sforzo di capire cosa sia giusto fare o come dovrei comportarmi, ma puntualmente non mi sento capito a mia volta: provo ad aprirmi con i miei amici, ma loro mi percepiscono come quello chill con cui farsi una canna e due risate, insomma, non vengo preso sul serio.
Forse sono fatto per rimanere "bloccato in una fossa", forse dovrei semplicemente coltivare il mio giardino riprendendo a suonare, incominciando a fare sport, trovando una mia quadra e occupando il mio tempo in modo efficiente in modo da non aver più tempo libero per pensare alla mia condizione.
Non voglio essere come i miei compagni di classe, non voglio dedicare la mia vita allo studio di cose che non mi importano e sfogarmi il sabato in discoteca, lo trovo ridicolo. Voglio avere una vita soddisfacente, ma non riuscirò a raggiungere tale obbiettivo se non mi do una mossa, devo trovare la voglia di migliorarmi ed il coraggio di ammettere a me stesso che attualmente non sono tanto meglio di coloro che affrontano la vita con leggerezza, che io tanto disprezzo
Ho competenze solo in cinema e musica, e, avendo già parlato di cinema, voglio ora parlare di quest'album perché i Curved Air sono completamente sconosciuti in Italia.
Air Cut é il quarto album del gruppo prog rock britannico Curved Air, l'album si distingue secondo me per via della sua fusione tra musica classica, rock, prog rock e un tocco di folk-rock: ogni canzone ha una tematica diversa e suoni altrettanto differenti, si spazia da canzoni fortemente ritmate come "The purple speed queen" a canzoni invece più barocche e classicheggianti come "Metamorphosis", una lunga suite per lo più strumentale che alterna uno stile classico ad uno più prog e sperimentale.
Ogni traccia ha una sua tematica, le più significative sono secondo me:

Ogni traccia ha una sua tematica, le più significative sono secondo me:
- "The purple speed queen", canzone che parla di una tossicodipendente (Emelee Jane) da eroina che morirà di overdose, un'omaggio alla cantante statunitense Janis Joplin
- "Easy", la voce intensa e teatrale di Sonja Kristina conforta un bambino che ha fatto un brutto sogno, tutto in un'atmosfera malinconica sospesa tra realtà e sogno.
- "Metamorphosis", come il titolo suggerisce, la collettività umana riesce a cambiare il mondo, l'atmosfera in questo caso è eterea e la percezione umana viene portata ad un piano spirituale (non religioso), dissolvendone i confini terreni, il testo descrive gli uomini come esseri d'oro forgiati da ghiaccio e mercurio, descrivendo il nostro dualismo: la fragilità interiore e la solidità esteriore.
Oggi mi sono riguardato questo capolavoro, devo parlarne.
Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto - Elio Petri (1970)
Film immenso che ha fatto la storia del cinema italiano, pilastro della nostra cultura cinematografica, ma anche di quella mondiale. Gian Maria Volonté nel ruolo della sua carriera, colonna sonora ineccepibile e indimenticabile di Ennio Morricone e un'immagine curata al più piccolo dettaglio per un film che decostruisce la classica struttura di un giallo: in questo caso colpevole ed investigatore sono incarnati nello stesso personaggio: il "Dottore", cui nome non viene mai esplicitato.
Il film riflette su diverse tematiche di attualità dell'epoca, ma che ancora oggi sollevano questioni poco discusse: la tematica del potere è sicuramente quella trattata con più insistenza: il Dottore, rappresentante del potere si sente libero di compiere le azioni più spregevoli in quanto cittadino cosciente di essere al di sopra di ogni sospetto, cosciente dunque del fatto che egli non verrà punito per le sue azioni.
La polizia di stato è un sistema corrotto a stampo mafioso, rappresentato da un forte simbolismo: gli anelli dei funzionari e dei magistrati, il vestito nero gessato dell'uomo misterioso o anche l'uso della tortura per estorcere confessioni. Critica al potere che culmina in un finale meraviglioso che non voglio spoilerare, ma che rappresenta l'auto-difesa del potere e la sua relativa auto-conservazione, dato che è composto da cittadini al di sopra di ogni sospetto, che uniti formano un sistema corrotto ed imbattibile, né dall'esterno né dall'interno.
Consiglio con tutto il cuore di vedere questa pellicola, non spaventatevi dei suoi 55 anni, non spaventatevi del suo simbolismo, guardatelo e riflettete su come sia ancora estremamente attuale, apprezzatene l'ironia, la perfezione attoriale e la colonna sonora che mette tensione richiamando quasi i film di Hitchcock.

Film immenso che ha fatto la storia del cinema italiano, pilastro della nostra cultura cinematografica, ma anche di quella mondiale. Gian Maria Volonté nel ruolo della sua carriera, colonna sonora ineccepibile e indimenticabile di Ennio Morricone e un'immagine curata al più piccolo dettaglio per un film che decostruisce la classica struttura di un giallo: in questo caso colpevole ed investigatore sono incarnati nello stesso personaggio: il "Dottore", cui nome non viene mai esplicitato.
Il film riflette su diverse tematiche di attualità dell'epoca, ma che ancora oggi sollevano questioni poco discusse: la tematica del potere è sicuramente quella trattata con più insistenza: il Dottore, rappresentante del potere si sente libero di compiere le azioni più spregevoli in quanto cittadino cosciente di essere al di sopra di ogni sospetto, cosciente dunque del fatto che egli non verrà punito per le sue azioni.
La polizia di stato è un sistema corrotto a stampo mafioso, rappresentato da un forte simbolismo: gli anelli dei funzionari e dei magistrati, il vestito nero gessato dell'uomo misterioso o anche l'uso della tortura per estorcere confessioni. Critica al potere che culmina in un finale meraviglioso che non voglio spoilerare, ma che rappresenta l'auto-difesa del potere e la sua relativa auto-conservazione, dato che è composto da cittadini al di sopra di ogni sospetto, che uniti formano un sistema corrotto ed imbattibile, né dall'esterno né dall'interno.
Consiglio con tutto il cuore di vedere questa pellicola, non spaventatevi dei suoi 55 anni, non spaventatevi del suo simbolismo, guardatelo e riflettete su come sia ancora estremamente attuale, apprezzatene l'ironia, la perfezione attoriale e la colonna sonora che mette tensione richiamando quasi i film di Hitchcock.
Voglio creare un hint su questo film decisamente sottovalutato, accollatevelo.
Pulse (titolo originale "Kairo") è un film di categoria j-horror del 2001 di Kurosawa (lo stesso regista di "Cure" del '97). Parto subito col dire che è uno dei pochi film horror che effettivamente mi ha fatto paura, ma non la classica paura da jumpscare, una paura tremendamente interna derivata dal significato del film.
La pellicola tratta un tema che mi sta molto a cuore: la solitudine, che a mio parere è estremamente difficile da rappresentare in un film in modo appropriato senza scadere nell'eccessivo didascalismo o nei soliti luoghi comuni.
Non solo si parla di solitudine, ma anche dell'incapacità di comunicare della nostra società: io stesso tendo a tenere tutto per me, mi reputo una persona abbastanza chiusa e reputo che la gran parte delle persone siano come me, in tantissimi casi ci facciamo andare bene le peggiori situazioni o facciamo finta che vada tutto bene (un po' come all'inizio del film), quando invece bisognerebbe alzarsi in piedi e gridare al cambiamento. Questa incapacità comunicativa è fortemente influenzata dalla tecnologia, che ci allontana (in questo momento potrei star mangiando una pizza coi miei amici, ma invece sono qui a scrivere un hint), come suggerisce del resto anche il film.
L'elemento horror sono gli spettri, una metafora che rappresenta per l'appunto questa società disperata e condannata all'isolamento permanente e senza via di fuga: ciò è un paradosso, l'uomo ha cercato di crearsi per centinaia di anni una società che possa funzionare al meglio, quando invece egli è inesorabilmente destinato ad una vita sola ed infine alla morte.
Le persone nel mondo di Pulse scompaiono nel silenzio e lasciano man mano il mondo vuoto, il singolo si isola talmente tanto da non accorgersi che intorno ad egli ci sono altri milioni di singoli che si comportano esattamente come lui.
Ora, il film non propone un finale necessariamente speranzoso, ed è forse l'unico aspetto che non condivido, ma è chiaro che per molti altri più pessimisti di me sia un finale coerente e corretto.
E nulla, consiglio a tutti la visione (io l'avevo visto su altadefinizione, ma credo ci sia anche su prime video)

La pellicola tratta un tema che mi sta molto a cuore: la solitudine, che a mio parere è estremamente difficile da rappresentare in un film in modo appropriato senza scadere nell'eccessivo didascalismo o nei soliti luoghi comuni.
Non solo si parla di solitudine, ma anche dell'incapacità di comunicare della nostra società: io stesso tendo a tenere tutto per me, mi reputo una persona abbastanza chiusa e reputo che la gran parte delle persone siano come me, in tantissimi casi ci facciamo andare bene le peggiori situazioni o facciamo finta che vada tutto bene (un po' come all'inizio del film), quando invece bisognerebbe alzarsi in piedi e gridare al cambiamento. Questa incapacità comunicativa è fortemente influenzata dalla tecnologia, che ci allontana (in questo momento potrei star mangiando una pizza coi miei amici, ma invece sono qui a scrivere un hint), come suggerisce del resto anche il film.
L'elemento horror sono gli spettri, una metafora che rappresenta per l'appunto questa società disperata e condannata all'isolamento permanente e senza via di fuga: ciò è un paradosso, l'uomo ha cercato di crearsi per centinaia di anni una società che possa funzionare al meglio, quando invece egli è inesorabilmente destinato ad una vita sola ed infine alla morte.
Le persone nel mondo di Pulse scompaiono nel silenzio e lasciano man mano il mondo vuoto, il singolo si isola talmente tanto da non accorgersi che intorno ad egli ci sono altri milioni di singoli che si comportano esattamente come lui.
Ora, il film non propone un finale necessariamente speranzoso, ed è forse l'unico aspetto che non condivido, ma è chiaro che per molti altri più pessimisti di me sia un finale coerente e corretto.
E nulla, consiglio a tutti la visione (io l'avevo visto su altadefinizione, ma credo ci sia anche su prime video)
Hint probabilmente lungo, nessuno lo leggerà, ma lo scrivo lo stesso
In 18 anni di vita ho provato praticamente tutti i sentimenti, rabbia, odio, felicità (per quanto raramente), paura, tristezza (fin troppa), delusione, invidia e chi più ne ha più ne metta, ma se ce n'è uno che non mi ha mai nemmeno lontanamente sfiorato è l'amore, un sentimento per quanto mi riguarda alieno, sarà il mio eccessivo cinismo, il mio discreto pessimismo o il mio stesso aspetto in primo luogo, ma non ho mai provato amore, ovviamente non l'amore platonico delle amicizie e non l'amore forzato verso i familiari, ma l'amore inspiegabile ed irrazionale verso un'altra persona che lo ricambi.
Questo hint non intende essere una mera lamentela del sottoscritto, bensì un presupposto per parlare del film "Annie Hall" di Woody Allen, perché è solo grazie a questa pellicola se riesco a credere in qualcosa che ho mai provato, da ateo di ferro quale sono mi è sempre difficile avere fiducia in ciò di cui non faccio esperienza, ma l'amore è un'eccezione.
Per quanto la premessa iniziale di Allen sia chiara: "Annie e io abbiamo rotto", il rapporto tra i due è talmente unico che vai avanti per tutto il film pensando che ad una certa si rimetteranno insieme, ma ciò non succede. Credi perciò ad un amore che ha, si un'inizio, ma anche una fine inevitabile. Insomma, io non ho mai provato quel sentimento difficile, ma ci credo ciò nonostante, come credo che Annie ed Allen a una certa nel film si rimetteranno insieme, anche se inconsciamente so già che non è vero.

Questo hint non intende essere una mera lamentela del sottoscritto, bensì un presupposto per parlare del film "Annie Hall" di Woody Allen, perché è solo grazie a questa pellicola se riesco a credere in qualcosa che ho mai provato, da ateo di ferro quale sono mi è sempre difficile avere fiducia in ciò di cui non faccio esperienza, ma l'amore è un'eccezione.
Per quanto la premessa iniziale di Allen sia chiara: "Annie e io abbiamo rotto", il rapporto tra i due è talmente unico che vai avanti per tutto il film pensando che ad una certa si rimetteranno insieme, ma ciò non succede. Credi perciò ad un amore che ha, si un'inizio, ma anche una fine inevitabile. Insomma, io non ho mai provato quel sentimento difficile, ma ci credo ciò nonostante, come credo che Annie ed Allen a una certa nel film si rimetteranno insieme, anche se inconsciamente so già che non è vero.
"I'm not afraid of , I just don't want to be there when it happens" - Woody Allen
Io non credo di aver paura della , e non ho nemmeno paura di invecchiare, anzi, penso che col tempo migliorerò, un po' come tutti del resto, è solo col tempo che le persone riescono a migliorare. Essendo un ateo di ferro sono certo che dopo la non ci sia nulla, perciò non mi preoccupo di faccende futili quali inferno o paradiso, ma mi preoccupo piuttosto del fatto che una volta non potrò più fare quello che mi piace, non ho paura della in sè, ma di ciò che la mi precluderà, nulla, tutto qua.
Io non credo di aver paura della , e non ho nemmeno paura di invecchiare, anzi, penso che col tempo migliorerò, un po' come tutti del resto, è solo col tempo che le persone riescono a migliorare. Essendo un ateo di ferro sono certo che dopo la non ci sia nulla, perciò non mi preoccupo di faccende futili quali inferno o paradiso, ma mi preoccupo piuttosto del fatto che una volta non potrò più fare quello che mi piace, non ho paura della in sè, ma di ciò che la mi precluderà, nulla, tutto qua.
It halways hits hard
Fratellanza, memento mori, l'inutilità delle guerre, solitudine ed estraniazione, adoro questa canzone alla follia e nei giorni brutti mi fa addirittura piangere

Potrei parlare di questo film per ore
stavo modificando il profilo e vedo la voce "film preferito", perciò mi sono dovuto fermare un attimo e pensarci: qual è quel film che potrei vedere 500 volte di fila e apprezzarlo ogni volta di più? I contendenti erano Videodrome del maestro Cronenberg, Io e Annie del maestro Allen, La motagna sacra del maestro Jodorowsky e Stalker del maestro Tarkovskij. Non è stata una scelta facile, infatti ci sto ancora pensando e cmbierò probabilmente idea tra qualche minuto, magari proprio nel mentre che sto scrivendo questo post, chi lo sa: sarebbe poco coerente, ma potrebbe succedere... Videodrome ha tutto: il rapporto tra uomo e tecnologia, la relazione tra uomo e morale, l'idea di raggiungere il successo anche in modo scorretto, l'estraniazione ed il controllo mentale generati dalla tecnologia, il confondersi di realtà e allucinazione, il sesso come unica valvola di sfogo di un uomo distrutto dalla società in cui vive, insomma c'è veramente una concentrazione di idee meravigliosamente ampia in un film che mette insieme horror, bodyhorror, fantascienza e thriller. Detto ciò non so se superi tecnicamente i film sopracitati, credo che a questo punto si discuta più che altro di gusti personali, i quali tendono nel mio caso verso Cronenberg.
Adesso sono però curioso di sapere il vostro film preferito, grazie per l'attenzione se sei arrivato fino a questo punto, ho approfittato dei 3000 caratteri a disposizione, che sull'altro sito sembrerebbero utopia.

Adesso sono però curioso di sapere il vostro film preferito, grazie per l'attenzione se sei arrivato fino a questo punto, ho approfittato dei 3000 caratteri a disposizione, che sull'altro sito sembrerebbero utopia.